Ebbene sì, avete capito bene: a Napoli potete vedere un teschio con le orecchie! Com’è possibile?
Prima di tutto, vi racconto del luogo suggestivo che ospita questo curioso teschio: la Chiesa di Santa Luciella ai Librai, nella zona del centro storico, in un vicolo che collega via San Biagio ai Librai a San Gregorio Armeno, la zona famosa per i presepi. La storia di questa piccola chiesa mi ha colpito molto e sono sicura che sarà così anche per voi.
La chiesa fu fondata intorno al 1327, ma venne dedicata a Santa Lucia solo nel XVII secolo, quando venne prese in custodia dai pipernieri, antichi artisti che scolpivano le pietre dure. Abituati a lavorare con scalpello e martello, temendo che le schegge, schizzando dalla pietra, potessero conficcarsi negli occhi, iniziarono a venerare la santa protettrice della vista. Per via delle dimensioni ridotte della chiesa, è stata poi rinominata Santa Luciella, ovvero “la piccola Lucia”.
Ma purtroppo il luogo vive più di 30 anni di abbandono e trascuratezza. In seguito al terremoto del 1980 ed alla conseguente chiusura al culto che ne causò il disuso, iniziò per la chiesetta un lungo e gravissimo periodo di degrado, tanto estremo che ad un certo punto fu praticamente adibita a discarica abusiva ed a causa dei rifiuti e della mancanza di manutenzione divenne pericolante ed inaccessibile al pubblico. Tutto questo fece perdere molto interesse per la chiesa che venne quasi completamente dimenticata e rimase chiusa per quasi 35 anni.
Fino al 5 aprile 2019, quando riapre grazie all’associazione Respiriamo Arte nata nell’ottobre del 2013 da un’idea di un gruppo di giovani laureati partenopei, specializzati in campo artistico e letterario.
Nei lavori di ristrutturazione sono stati ritrovati tanti oggetti di vario tipo gettati in quel luogo trascurato nel corso dei 30 anni di abbandono. L’associazione ha deciso di esporre in una sorta di vetrina i rifiuti rinvenuti per ricordare la sfortunata parentesi del passato vissuto da questa piccola chiesa.
Ma scendendo le scale, si arriva a un luogo che incute timore, ma allo stesso tempo affascina, pieno di storia e tradizioni napoletane.
Il culto delle anime pezzentelle
La parte sottostante alla chiesa veniva utilizzata dai confraterni come cimitero e l’atto di tenere le teste dei morti ha fatto sì che dalla seconda metà del ‘700 si sviluppasse il culto delle anime pezzentelle (o delle anime del purgatorio), uno dei più importanti di Napoli. L’antica usanza prevedeva che un fedele “adottasse” un teschio prendendosene cura materialmente (per esempio pulendolo) e spiritualmente, pregando per la sua anima affinché potesse lasciare il purgatorio e raggiungere il paradiso. In cambio del loro operato, i fedeli chiedevano una grazia (trovare marito, un lavoro, avere un figlio o ricevere una guarigione) e qualora il teschio li avesse aiutati sarebbe stato ringraziato con un ex voto, solitamente in argento, appeso al muro.
Tra tutti quelli presenti nel cimitero però, un teschio in particolare è più noto degli altri: il teschio con le orecchie.
Ovviamente quelle che vedete ai lati del teschio non possono essere le orecchie, si tratta infatti di un cranio che ha subìto un rarissimo distaccamento osseo della calotta cranica che normalmente tende a non verificarsi, e soprattutto non in modo così simmetrico. Era considerato dai fedeli un vero e proprio collegamento tra il mondo dei vivi e l’aldilà, proprio perché si pensava che avendo le orecchie sarebbe stato particolarmente propenso all’ascolto delle preghiere che i fedeli sussurravano. Si racconta che alcuni fedeli particolarmente riservati usassero uno sgabello per avvicinarsi a una delle simboliche orecchie e bisbigliare il loro desiderio, per impedire alle malelingue di divulgare aspetti intimi e personali. Pensate ad esempio ad una giovane sposa che non riusciva a rimanere incinta: i pettegoli avrebbero potuto diffondere tanti discorsi malevoli.
Questo ed altri aneddoti ci sono stati raccontati dalla nostra guida Eleonora, molto appassionata e preparata, membro dell’associazione che gestisce la chiesa di Santa Luciella.
Cosa molto importante, l’associazione Respiriamo Arte porta avanti un progetto che intende recuperare e valorizzare la chiesa sia da un punto di vista di sviluppo turistico con visite guidate ed eventi sia d’inclusione sociale proponendo momenti aggregativi per le persone del quartiere, come scuola di canto, lezioni gratuite per i bambini dedite a temi fondamentali quali la legalità, l’educazione civica e l’impegno sociale.
Se volete visitare anche voi la chiesa di Santa Luciella e scoprire il luogo in cui si praticava il culto delle anime pezzentelle, visitate il sito www.respiriamoarte.it
E fatemi sapere se seguirete i miei suggerimenti!
Alla prossima trasferta!