Il sito UNESCO di Modena

Il sito UNESCO di Modena

La città di Modena è da sempre famosa nel mondo per i motori, il buon cibo e il bel canto. Ma sapevate che custodisce un ricco patrimonio UNESCO? Ve ne parlo in questo articolo parte del progetto Viaggi.Cibo.Emilia!

Piazza Grande è il centro cittadino, antico luogo di mercato, ma si trova sul lato sud del Duomo, quindi luogo religioso, che, con la torre campanaria Ghirlandina, simbolo indiscusso di Modena, forma un insieme monumentale dichiarato patrimonio dell’umanità nel 1997. La ragione dell’iscrizione nella lista UNESCO sta nel fatto che agli inizi del XII secolo il Duomo di Modena fu uno dei principali luoghi di formazione di un nuovo linguaggio figurativo, destinato ad influenzare gli sviluppi dello stile Romanico nella Pianura Padana. Come si legge nel sito internet www.unesco.modena.it :

“L’intero complesso costituito dalla Cattedrale, dalla torre Ghirlandina e dalla piazza costituisce una testimonianza unica o quantomeno eccezionale di una civiltà o di una tradizione scomparsa, trattandosi di un esempio eminente di insediamento urbano legato ai valori della civiltà comunale, con il suo peculiare intreccio di funzioni religiose e civili.”

Sul lato orientale della piazza si erge il Palazzo Comunale, edificio seicentesco a portici, di origine medievale: l’attuale palazzo infatti è il risultato della ristrutturazione di numerose costruzioni sorte a partire dal 1046. La possente Torre dell’orologio fu realizzata alla fine del Quattrocento, mentre nel 1508 il cupolino concluso in una banderuola a forma di angelo sopra facce che rappresentano i venti. Il balcone è invece occupato da una statua dell’Immacolata di Giuseppe Mazza collocata nel 1805 in occasione della visita in città di Papa Pio VII.

All’interno del Palazzo Comunale è degno di nota il lavoro artistico di Nicolò dell’Abate: nella Sala del Fuoco (1546) vengono raffigurati gli episodi dell’assedio di Modena del 44 a. C. quindi i personaggi della storia romana in uno sfondo tipicamente emiliano. Nel Camerino dei Confirmati è custodita uno dei simboli della città: la Secchia rapita, un normale secchio di legno che ricorda ai modenesi la gloriosa vittoria ottenuta contro i bolognesi nel 1325 nella battaglia di Zappolino. Secondo un’antica cronaca, ritrovata nel Seicento, i modenesi sottrassero la secchia a un pozzo bolognese e la riportarono in città come trofeo. Costituisce l’oggetto e il titolo del celebre poema eroicomico di Alessandro Tassoni La secchia rapita.

Al medioevo risale anche la statua detta della Bonissima, una misteriosa figura femminile eretta nel 1268 in Piazza Grande e poi successivamente posta sopra il portico del Palazzo Comunale, all’angolo con via Castellaro. La tradizione ci racconta di una generosa nobildonna modenese, Bona, che si distinse nella generosità nei confronti dei poveri. Più probabilmente la figura femminile (che forse reggeva nella mano una bilancia, oggi perduta) è il simbolo della Buona stima (da cui in dialetto bona ésma e poi bonésma), vale a dire della precisione in fatto di misure e compravendite: ai piedi della statua vi erano infatti incise le antiche misure mercantili modenesi, documentate, a partire dal 1547, sull’abside del Duomo.

Nell’angolo nord orientale si trova la “Preda Ringadora”: un grosso masso marmoreo di forma rettangolare lungo circa 3 metri che probabilmente in origine apparteneva a un edificio romano. Durante il medioevo la Preda Ringadora veniva utilizzata come palco degli oratori, come luogo in cui eseguire sentenze di morte ed esporre cadaveri affinché venissero riconosciuti.

Il Duomo venne costruito a partire dal 1099 su progetto dell’architetto Lanfranco e decorato dallo scultore Wiligelmo, autore dei famosi libri di pietra, i bassorilievi raffiguranti i racconti biblici dalla creazione al diluvio che si trovano sulla facciata.

All’interno del Duomo la luce filtra attraverso i vetri colorati dell’immenso rosone in stile gotico e si possono ammirare opere di rara bellezza: dal Presepe in terracotta di Antonio Begarelli alla Madonna della pappa di Guido Mazzoni, sempre in terracotta, ma dipinta. Al termine delle navate, scendendo alcuni gradini, si accede alla cripta di San Geminiano. Aspetto interessante, fu proprio la comunità di Modena in piena autonomia, senza il volere vescovile, a desiderare una degna cattedrale al fine di custodire le spoglie del Santo Patrono Geminiano, morto nel 397 e festeggiato ogni anno il 31 gennaio.

La Ghirlandina è la torre campanaria del Duomo, la più bella al mondo ovviamente per i modenesi! Con i suoi 90 metri circa di altezza svetta sugli edifici del centro ed è ben visibile da ogni parte della città. Il suo nome deriva dalle stupende decorazioni a forma di ghirlanda che avvolgono la guglia, opera duecentesca dei Maestri Campionesi.

Come sempre vi invito a raggiungermi a Modena per ammirare di persona tutte le meraviglie di cui in questo articolo vi ho solo accennato.

Nel frattempo stuzzico la vostra voglia di viaggiare, anche solo con la lettura, invitandovi ad andare a visionare gli articoli delle mie compagne d’avventura:

Giulia @social.food.love ci rivela alcune curiose particolarità che forse non tutti conosciamo della città di Bologna;

Giovanna @emilianaperpassione ci farà scoprire la Reggia di Rivalta, in provincia di Reggio Emilia, considerata una piccola Versailles per deliziare i duchi d’Este;

Alice @mangostickyvibes ci farà conoscere un posto magico nel cuore di Parma: la farmacia San Filippo Neri.

Corro a leggere gli articoli delle mie colleghe e vi do appuntamento come sempre al terzo lunedì del mese per scoprire insieme altri tesori emiliani! E su Instagram continuate ad usare #viaggiciboemilia per i vostri scatti a tema!

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